“Il tentativo della Tirreno Power di riattivare il IV gruppo di Torre Sud con la riconversione a biomasse va respinto senza se e senza ma. L’esperienza della centrale Enel a carbone ci basta per sapere che le ricadute occupazionali sono pressochè inesistenti e i danni ambientali consistenti. Siamo invece d’accordo con l’imprenditore Franco Farina, patron dell’Aquafelix e segretario dell’associazione locale di costruttori, quando afferma che continuare a puntare sulle centrali equivale a decretare la morte economica ed imprenditoriale dell’intero comprensorio. Il territorio di Civitavecchia non si può più permettere di bruciare nemmeno un cerino perché da troppi anni è sfruttato da realtà industriali che non hanno portato alcun beneficio alla popolazione e hanno danneggiato l’ambiente deturpando il paesaggio e ostacolando le prospettive di sviluppo turistico che il porto, il mare ed il territorio favorivano in maniera naturale.
Il rappresentante dei costruttori non è un fanatico dell’ecologia ma un imprenditore che ragiona in termini di costi e di benefici: dall’impresa alla comunità. Riteniamo invece che debba essere incentivata - così come afferma anche Farina - un’economia intorno alle risorse naturali e del territorio, valorizzare le ricchezze storico culturali e le eccellenze che producono i nostri imprenditori ed i tanti piccoli artigiani che rischiano sulla propria pelle e che oggi sono in difficoltà perché la politica non è capace di garantire per loro un futuro. Una priorità assoluta che da tempo il “Popolo della Città” ha individuato è trasformare la servitù portuale in ricchezza per il territorio, proponendoci come alternativa valida, riuscendo a fare sistema, per parte di quei milioni di croceristi che ogni anno sbarcano a Civitavecchia e che per vari motivi scelgono di non andare a Roma...
I maligni affermano che sposare oggi la causa delle centrali a Civitavecchia vorrebbe poter dire garantirsi una buona uscita dalla politica e dalla città, noi invece non crediamo questo, siamo certi che il nostro primo cittadino è così attaccato alla nostra città che prima o poi ne prenderà la residenza e ci verrà anche ad abitare”.
Lo dichiara il direttivo dell’associazione cittadina “Il Popolo della Città”.
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