CIVITAVECCHIA - “Esiste una relazione della Commissione Europea datata 23 maggio 2013 sulle sfide che attendono i porti europei con una programmazione di punti fondamentali per lo sviluppo del settore fino al 2030”, dichiarano Antonio Cacace e Nicola De Liguori del Popolo della Città.
“319 porti europei sono nella lista di quelli importanti e tra questi c’è Civitavecchia. Si tratta di un documento importante che descrive la strada da intraprendere, le strategie strettamente collegate e quelle di cooperazione con i Paesi europei. Tradotto in parole povere significa che ogni entità portuale non lavorerà in proprio, ma inserita in un contesto di sinergie tra i vari porti e le loro collocazioni con uno studio applicato sulle loro possibilità di partecipazione allo sviluppo comunitario.
Su questo si dovrà lavorare nei prossimi anni e diverse sono le azioni da intraprendere. Tra queste è fondamentale per lo sviluppo della rete, definita con codice europeo TEN-T, quella dei collegamenti dei porti alle ferrovie, alle vie navigabili, alle strade, al contesto dei retroporti. Un programma, da noi sintetizzato ma ben più articolato, dove si evince che il ‘Fai da te’ della trasferta in Cina, promotore di aperture di sviluppo, è letteralmente fuori dai modi e dai luoghi dove agire, basti pensare che le navi intercontinentali cinesi portacontainers sono così lunghe che non riuscirebbero a parcheggiare neanche nei terreni delle Colline dell'Argento. I rapporti con la Cina, come con altri paesi di tutto il mondo, possono solo essere una conseguenza di un'applicazione seria delle proposizioni europee e soprattutto di una attenzione concentrata sulle opportunità di finanziamento che saranno tangibili solo se la nostra realtà portuale si inserirà in sintonia con la programmazione europea. Questo lo sa bene l'entourage dell'Autorità Portuale, ma forse non lo sanno gli avventori del viaggio in Cina che preferiscono, come si dice ‘comprare prima la sella e poi il cavallo’ e ci sembra lecito a questo punto dire che la materia non è neanche di competenza, se non in minima parte, del gruppo di viaggio. Da tempo asseriamo che è auspicabile una sinergia concreta tra ente Comunale e Porto, ma prima e non dopo aver fatto le cose. E questo modo di fare dell'amministrazione comunale è la dimostrazione che c'è tanto da lavorare in questo senso e che iniziative isolate come queste non portano a nulla”.
Su questo si dovrà lavorare nei prossimi anni e diverse sono le azioni da intraprendere. Tra queste è fondamentale per lo sviluppo della rete, definita con codice europeo TEN-T, quella dei collegamenti dei porti alle ferrovie, alle vie navigabili, alle strade, al contesto dei retroporti. Un programma, da noi sintetizzato ma ben più articolato, dove si evince che il ‘Fai da te’ della trasferta in Cina, promotore di aperture di sviluppo, è letteralmente fuori dai modi e dai luoghi dove agire, basti pensare che le navi intercontinentali cinesi portacontainers sono così lunghe che non riuscirebbero a parcheggiare neanche nei terreni delle Colline dell'Argento. I rapporti con la Cina, come con altri paesi di tutto il mondo, possono solo essere una conseguenza di un'applicazione seria delle proposizioni europee e soprattutto di una attenzione concentrata sulle opportunità di finanziamento che saranno tangibili solo se la nostra realtà portuale si inserirà in sintonia con la programmazione europea. Questo lo sa bene l'entourage dell'Autorità Portuale, ma forse non lo sanno gli avventori del viaggio in Cina che preferiscono, come si dice ‘comprare prima la sella e poi il cavallo’ e ci sembra lecito a questo punto dire che la materia non è neanche di competenza, se non in minima parte, del gruppo di viaggio. Da tempo asseriamo che è auspicabile una sinergia concreta tra ente Comunale e Porto, ma prima e non dopo aver fatto le cose. E questo modo di fare dell'amministrazione comunale è la dimostrazione che c'è tanto da lavorare in questo senso e che iniziative isolate come queste non portano a nulla”.
“Purtroppo il modo di fare di questa politica nostrana - continuano dall'associazione cittadina Il Popolo della Città - si applica a numerosi altri temi e problematiche della città. A settembre, periodo in cui di solito la politica si rimette in moto dopo la pausa estiva, l'agenda delle cose ancora da risolvere sono molte. Tanto per citarne qualcuna: HCS, alloggi popolari, sistema idrico, pulizia delle strade ecc. Per non parlare dei parchi dove la loro adozione a fronte di un chioschetto di bibite che provveda alla loro pulizia sembra non interessi a nessuno, ad eccezione del Parco dell'Uliveto dove al posto di un chioschetto c'è una struttura in muratura di rilevante valore commerciale che ha fatto la felicità dei gestori di un'attività pluriennale trasferitasi in centro e già ben avviata in barba ai prezzi di affitto dei locali privati limitrofi. Forse era un'opportunità da dare, per spirito di solidarietà sociale, a qualche 'pizzettaro' bravo e a spasso, magari con famiglia, per dare un colpetto anche se piccolo alla disoccupazione... ma questo è solo il nostro pensiero”.
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